La nostra storia

La Venerabile Arciconfraternita del Gonfalone dei Santi Prisco ed Agnello fu fondata come Monte di Pietà e Monte dei Morti, nella Chiesa Estaurita dei Santi Prisco ed Agnello del Piano di Sorrento (Sant’Agnello non era ancora un comune autonomo) nell’anno 1642, con lo scopo altamente cristiano e sociale di sottrarre gli ascritti dal ricorso all’usura mediante prestiti agevolati o gratuiti per i poveri.
I fondatori del Monte furono gli estauritari della Chiesa di Sant’Agnello, Col. Aniello Starace, Giuseppe Gargiulo, Geronimo Paturzo, Gio.Camillo Irolla e Gio.Tomaso Gargiulo, i quali formularono ed approvarono lo Statuto il 22 Agosto dell’anno 1642, sottoponendolo al beneplacito del Vicerè di Napoli, il duca di Medina de Las Torres, Ramiro Ninez de Guzman. Il 30 Novembre dello stesso anno il Duca di Medina, diede il suo assenso e beneplacito.

Inseritosi subito nella comunità santanellese, il Monte svolse un’intensa attività spirituale e religiosa ed una preziosa opera sociale, assistendo economicamente poveri, infermi, e confratelli bisognosi ed attuando diverse iniziative benefiche.
Nell’anno 1756, con Breve del Pontefice Benedetto XIV, l’altare del Monte, intitolato alla Madonna delle Grazie ed alle Anime del Purgatorio, tuttora esistente nella Chiesa Parrocchiale, venne elevato ad “Altare privilegiato” e, con altro Breve dello stesso Pontefice, vennero concesse le Indulgenze Plenarie per tutte le Messe applicate per i confratelli defunti, in qualunque Altare ed in qualunque Chiesa fossero celebrate.

Durante il primo secolo di attività la Confraternita vide aumentare notevolmente il numero dei propri ascritti tanto da consentirle di chiedere al Re di Napoli, il giorno 26 Ottobre del 1765, di essere autorizzata a partecipare alle processioni ed ai funerali dei confratelli defunti indossando il saio ed il cappuccio bianco, il cordone color cremisi e la mozzetta color cremisi con l’effige dei Santi Prisco ed Agnello. L’assenso reale venne concesso il 28 Novembre 1765.
La Confraternita anticamente partecipava alle processioni della Settimana Santa indossando il saio bianco. Il giorno 8 Marzo dell’anno 1892 venne inoltrata istanza all’Arcivescovo di Sorrento, Mons. Giuseppe Giustiniani, per ottenere l’autorizzazione ad indossare, per la processione del Cristo Morto la sera del Venerdì Santo, il saio ed il cappuccio neri e ciò per rendere la mesta cerimonia più compita ed imponente. L’autorizzazione vescovile venne concessa il 12 Marzo del 1892.

Le principali funzioni svolte dalla Confraternita dalla sua fondazione sino a tempi abbastanza recenti erano le seguenti:
– Partecipazione a tutte le Processioni della Parrocchia ed ai funerali dei confratelli;
– Celebrazione di tre cppellanie domenicali e festive nella Chiesa Parrocchiale;
– Ufficiatura ogni lunedì di un Messa cantata in suffragio dei confratelli defunti;
– Celebrazione di una messa settimanale a pro degli ascritti del Sodalizio;
– Celebrazione del novenario dei Defunti;
– Celebrazione di un funerale dopo la quarta Domenica di Quaresima;
– Esequie gratuite per i poveri;
– Celebrazione di un funerale speciale per i poveri Defunti;
La Confraternita organizzava a propria cura le feste in onore di San Prisco, di Santa Maria delle Grazie, la celebrazione per l’Elevazione della Santa Croce e partecipava a tutte le processioni della Parrocchia, comprese quelle del Giovedì e del Venerdì Santo.
Venivano svolte, in ottemperanza alle regole dello Statuto originario, attività caritative e sociali quali la concessione di aiuti economici ai bisognosi, di contributi per la redenzione degli schiavi, per il mantenimento degli ospizi, ospedali e conservatori, per l’assistenza agli infermi, ai carcerati ed ai stranieri in difficoltà.
Per il mutare dei tempi e col diminuire delle risorse economiche, molte delle funzioni sopra indicate non sono più svolte.
Attualmente la Confraternita fa celebrare una Messa mensile a pro degli ascritti, una Messa in suffragio di ogni confratello defunto, l’ottavario dei Morti; è a cura e spede della Confraternita la Festa in onore di San Prisco, il 9 Maggio, in cui durante la Celebrazione Eucaristica, c’è la vestizione dei nuovi confratelli.

Agli inizi del secolo scorso, in considerazione della lunga attività e delle benemerenze acquisite, gli Amministratori della nostra Confraternita ritennero che vi fossero le condizioni per richiedere l’Elevazione del Sodalizio ad Arciconfraternita. Il primo iter fu iniziato nell’anno 1906 che si interruppe, per non specificati motivi, e poi ripreso nel 1919 con esiti negativi, visto che la documentazione che doveva essere spedita a Roma, non partì proprio dalla Curia di Sorrento.
Dopo oltre mezzo secolo, l’Amministrazione della Confraternita, guidata dal Priore, Rito Maresca, inoltrò domanda di aggregazione alla Venerabile Arciconfraternita del Gonfalone di Roma. In data 6 Novembre dello stesso anno l’istanza venne sottoposta al beneplacito di Sua Em.za Mons. Felice Cece, Arcivescovo di Sorrento, beneplacito concesso il giorno 3 Gennaio dell’anno 1992. Così il giorno 22 dello stesso mese la domanda venne inoltrata all’Arciconfraternita del Gonfalone tramite la Segreteria di coordinamento delle Confraternite d’Italia, ma inspiegabilmente la pratica si bloccò nuovamente.
Vent’anni dopo, l’attuale Priore del Sodalizio, Cav. Antonino Accardi, affidandosi alla mediazione del Confratello Rosario Salerno, riprese tutta la documentazione della pratica del 1992, e dopo vari mesi di attesa, e aver avuto il beneplacito dell’Arcidiocesi di Sorrento/Castellammare in data 19 Settembre 2014, finalmente in data 1 Dicembre 2014, viene sancita tramite Decreto, l’affiliazione alla Venerabile Arciconfraternita del Gonfalone di Roma, ufficializzata in data 5 Dicembre 2014, durante la Cerimonia di Intronizzazione di Sant’Agnello, alla presenza del Governatore dell’Arciconfraternita del Gonfalone di Roma, sig. Simone Ferrari, e del Padre Spirituale della Mater Omnium, Mons. Luigi, còsì dopo oltre 350 anni di storia il Sodalizio si trasforma in Venerabile Arciconfraternita del Gonfalone dei Santi Prisco ed Agnello, acquisendo inoltre numerosi privilegi dell’Arciconfraternita madre.

L’Organigramma

L’Amministrazione della Venerabile Arciconfraternita del Gonfalone dei Santi Prisco ed Agnello, è in carica dal 05/03/2018. Ha prestato giuramento il 18/03/2018.

La nostra Parrocchia

La Chiesa dei Santi Prisco ed Agnello, fulcro della vita religiosa cittadina, accoglie al suo interno il culto del Santo Patrono di Napoli, Sant’Agnello. Le origini della chiesa sono avvolte nel mistero, ma si sa che già nel XV secolo esisteva una modesta cappella popolare dedicata a San Prisco. Attorno a questa si sviluppò un borgo che, col passare del tempo, vide crescere l’adorazione per Sant’Agnello, protettore delle gestanti e degli animali in dolce attesa, venerato inizialmente in una cappella dedicata a San Vito.

Con l’aumentare dei fedeli, nel XVII secolo, si rese necessario ampliare la chiesa di San Prisco, che assunse anche il culto di Sant’Agnello. L’edificio, già strutturato con una pianta a croce latina, un’abside e tre cupole, fu arricchito da una nuova facciata con due ingressi laterali. Consacrata nel 1827, subì un restauro che le conferì un aspetto neoclassico, pur perdendo alcune delle sue decorazioni in stucco originarie e la pavimentazione originale.

La facciata, in stile barocco, si erge imponente davanti a un vasto sagrato raggiungibile mediante una scalinata in pietra vesuviana. Divisa in due livelli da una trabeazione, presenta tre portali intervallati da lesene. Il portale maggiore è incorniciato da paraste in pietra grigia, mentre i due accessi minori sono sormontati da un finestrone trilobato. La parte superiore, più ristretta e ornata di stucchi, culmina con un finestrone centrale decorato con vetri policromi, affiancato da due guglie e sovrastato da una croce di ferro.

All’interno, l’architettura a croce latina si dispiega in tre navate, con due cappelle per lato. La volta della navata centrale è impreziosita da tre tele di Giuseppe Castellano (1690), incastonate in cornici dorate ottocentesche, mentre l’altare maggiore, delimitato da una balaustra del 1733, sfoggia una tela di Gustavo Mancinelli (1875) che mostra la Madonna con il Bambino e i Santi Prisco ed Agnello, su uno sfondo di agrumeti sorrentini. Le cappelle laterali ospitano opere di Giacomo De Castro e un altare in marmo e pietre dure, capolavoro della bottega di Dionisio Lazzari, con una pavimentazione in opus sectile di probabile provenienza dalla villa romana di Pollio Felice a Sorrento.

Tra i tesori artistici della chiesa, spiccano le statue del Cristo Morto e della Beata Vergine Addolorata, portate in processione il Venerdì Santo dall’Arciconfraternita, e le sculture lignee dei Santi Prisco ed Agnello, risalenti al XVIII secolo. Il campanile adiacente, diviso in quattro ordini, è decorato con un orologio e ornamenti in stucco.

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